La rotondità di gusto è dovuta all’uso di cereali non maltati all’interno del mosto, che dona una maggiore “dolcezza” di fondo e alla tripla distillazione, necessaria, proprio per la presenza di questi. Infine abbiamo il Whiskey Americano, prodotto con mosti che vedono una presenza dominante di mais o segale, dovuta a ragioni di territorio e tradizione. L’orzo è presente ma in misura minore. Il carattere del whiskey è dominato da una morbidezza di fondo se di mais o da toni maggiormente secchi e strutturati se di segale. La distillazione può essere discontinua o continua a seconda o l’unione di esse, ovvero disalcolazione in colonna e seconda distillazione in discontinuo. I due principali stati produttivi sono Kentucky e Tennessee, ma non mancano altre interpretazioni provenienti da altre parti d’America, come Iowa e California. Il whisky canadese è un prodotto utilizzato generalmente per la miscelazione, anche se non mancano prodotti di pregio. Viene prodotto essenzialmente con alambicchi continui a colonna e con mosti a base di segale. Infine il giapponese, un prodotto di pregio, molto simile allo scozzese, a cui si ispira dichiaratamente. Privo di difetti e con una cura produttiva maniacale è sicuramente una grande acquavite, che divide gli appassionati proprio per la mancanza di personalità.